Per andare forte in pista non basta avere un kart performante e il piede pesante. Studi e ricerche degli ultimi anni hanno confermato quanto la mente possa influire sulle prestazioni al volante. Curare la propria forma psichica conta oggi più che l’allenamento fisico e studi specifici indicano che incide sui risultati per ben il 70%.
Ecco spiegato perché piloti di un certo calibro, soprattutto in Formula 1, puntano molto sul “mental training”, per ottimizzare il rendimento del proprio cervello, attraverso specifici esercizi di concentrazione, coordinazione, reattività, flessibilità mentale e multitasking.
Non è importante a che livello si pratichi uno sport, perché la differenza dal punto di vista mentale la si può fare in Formula 1, così come in una gara regionale di go-kart.
Secondo vari studi condotti da esperti del settore e autorevoli mental coach, i piloti, così come gli atleti più vincenti di ogni disciplina sportiva e anche coloro che sono in grado di distinguersi particolarmente nel mondo del lavoro, sono di per sé soggetti che possiedono un’estrema efficienza cerebrale. Ciò permette loro di eseguire compiti difficili con il minimo dispendio energetico mentale, anche in situazioni di forte pressione psicologica.
In persone “normali” lo stress eccessivo comporta una riduzione dell’attenzione e di conseguenza un ritardo nelle decisioni che devono essere prese in maniera rapida. Questo però non accade in coloro che allenano la loro mente per controllare al meglio la tensione. Questi aspetti nel karting sono determinanti sempre, ma in particolare in alcune specifiche fasi di gara, come le prove di qualificazione, le partenze e i duelli ravvicinati, che prevedono decisioni rapide e precise per le fasi di attacco e difesa.
Anche ciò che pensiamo diventa a priori determinante ai fini della prestazione sportiva. Non è sempre vero che il nostro più grande avversario è impossibile da superare: a volte basterebbe eliminare gli ostacoli che la mente frappone tra noi e i nostri obiettivi, per scoprire che sarebbe bastata solo una diversa traiettoria e un po’ più di self confidence. Il lavoro di “mental training” in un atleta aumenta la capacità concentrazione, migliora i tempi di reazione e soprattutto incrementa la consapevolezza nelle proprie capacità.
Nel mondo del motorsport esistono molte strutture che lavorano con gli atleti di tutti i livelli su questi temi, anche con formule di stage e percorsi poco impegnativi dal punto di vista del tempo ed economico. Spesso un pilota si concentra molto su come migliorare il proprio mezzo, ma trascura come potrebbe migliorare le proprie performance.